Cenni Storici
La Storia di Moglia
Ultima modifica 16 aprile 2024
Il Comune di Moglia appartiene a quella fascia territoriale a ridosso del Po che, per affinità di tradizioni, di costumi, di economia e di cultura viene comunemente chiamata Padania.
Si estende per ha. 3.156 ed ha due centri abitati: Moglia e Bondanello.
Moglia capoluogo compare per la prima volta in due documenti del 20 febbraio 1337: sono concessioni di pezze di terra date in feudo onorifico da Luigi Gonzaga, primo capitano di Mantova, a certi Paolo Scopa Nigra e Pietrobono delle Navi.
Il suo nome è la versione moderna della forma medioevale Molea, che secondo Giovanni Tassoni deriva dal tardo latino molleus, ossia melmoso, per cui stava ad indicare una zona dove ristagnava l'acqua.
Le carte dei Gonzaga ritornano a menzionare Moglia negli anni 1364, 1370 e 1392, allorquando gli abati di San Benedetto, investendo i Signori di Mantova delle terre della Regona o Regula Padi, citano tra le altre località il villaggio di Moglia con il suo territorio. Verosimilmente le investiture erano limitate alla parte occidentale dell'attuale circoscrizione comunale, perché la parte orientale (Bondanello, Trivellano, Gaidella, Mortizzo) era un bene dei monaci polironiani.
Le origini di Bondanello sono più antiche: era già esistente nel 1193, quando l'imperatore Enrico IV, nel confermare le donazioni canossiane al monastero di San Benedetto cita i rincos de Bondignolo con preciso riferimento ad un insediamento umano.
La più antica rappresentazione cartografica del territorio mogliese è contenuta in un'incisione settecentesca del Visi, ricavata da una mappa alla fine del '400.
Il documento illustra la zona compresa fra il destra Po e il sinistra Secchia. Moglia e Bondanello vi compaiono come nuclei insediativi costituiti da case in tono minore. La raffigurazione viene confermata da una carta topografica del 1533, elaborata a corredo della controversia sorta tra il Monastero e la Prepositura di San Benedetto per la definizione delle rispettive proprietà.
Questi documenti sono fondamentali per la conoscenza della storia del territorio, perché ne delineano la passata immagine idrica, viaria ed abitativa. Hanno però il limite di una elaborazione grafica sommaria e selettiva delle emergenze architettoniche. La raffigurazione neutra e precisa del reale è opera del Catasto Teresiano. Le mappe eseguite nel 1777 descrivono luoghi e manufatti in modo chiaro ed obiettivo. Il nucleo urbano di Moglia è costituito dalla chiesa e da una corta sequenza di modeste costruzioni, sorte sullo slargo di un incrocio stradale e addossate a un "gomito" del canale. Una linea puntiforme indica l'esistenza dei portici. Il ponte che metteva in comunicazione le due sponde del Canale stava poco più a monte, vicino alla corte Gabbioneta.
Anticamente Moglia e Bondanello erano parte del territorio di Gonzaga. E' stato il decreto reale 5 novembre 1876 a sancire, con decorrenza 1 febbraio 1877, l'istituzione in Comune autonomo delle due frazioni. Entrambi i centri abitati sono privi di una parte storica. Gli unici edifici importanti sono le due chiese parrocchiali ed il Teatro Italia a Bondanello. Le più importanti testimonianze del passato si trovano nella campagna: sono la Galvagnina Vecchia e la Gaidella, ridotte, però, per azione del tempo e per incuria degli uomini, in uno stato di conservazione molto precario.
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